venerdì 9 maggio 2014

Una canzone per #YoSoy132

Antefatto: in seguito alla cacciata dall'Università Iberoamericana di Enrique Peña Nieto (vedi puntata precedente, Il calcio e la politica) e alle successive dichiarazioni del Partito Rivoluzionario Istituzionale che non si trattava di studenti bensì di un gruppo di affiliati del rivale Andrés Manuel López Obrador, alcuni giovani universitari si sono ribellati e, tesserino alla mano, sono andati a protestare di fronte alla sede di Televisa, rea di aver avvalorato le false affermazioni del PRI. 

Poco dopo Rodrigo Serrano, iscritto alla facoltà di comunicazione, pubblica un tweet in cui dice: “Sono uno studente della Ibero, non sono un porro (membro di un gruppo d'urto, Ndt), non sono un acarreado (chi provoca danni, Ndt), nessuno mi ha addestrato, sono orgoglioso di quello che hanno fatto i miei compagni e sono contro Peña Nieto”. Il giorno dopo il ragazzo organizza un evento in Facebook in cui invita gli universitari a mandargli filmati in cui danno voce all'indignazione. Ne arrivano 132. Con il materiale Serrano monta Yo soy 131 (perché uno dei mittenti all'ultimo ci ripensa) e lo pubblica su Youtube. Il video diventa un trending topic mondiale trasformando quella che era iniziata come una piccola protesta in un fenomeno internazionale. Al gruppo, che adotta il nome #YoSoy132 come simbolo di una nuova lotta studentesca apartitica, si uniscono i colleghi delle università di tutto Messico, intellettuali di sinistra, artisti e cantanti – tra i quali Julieta Venegas, Ximena Sariñana, Carla Morrison, Sonidero Mestizo e Natalia Lafourcade – che un sabato di giugno si esibiscono in un concerto per sostenere i “132”.

Il resto è storia, una storia amara considerato che nonostante le accuse – e le prove – di una elezione sporca, a fine agosto il Tribunale Federale Elettorale ufficializza la vittoria di Enrique Peña Nieto. Ma #YoSoy132 non si dà per vinto. Dopo aver organizzato una marcia funebre all'indomani della formalizzazione presidenziale, il 2 ottobre proclama uno sciopero nazionale in ricordo del massacro di Tlatelolco. Già di prima mattina membri del movimento studentesco occupano la città universitaria per commemorare gli omicidi commessi dal Governo Federale quarantaquattro anni prima. 

Per non dimenticare uno dei più sanguinosi massacri della storia del Messico, quando la sera del 2 ottobre 1968, l'esercito e la polizia sparano contro le migliaia di studenti che manifestavano in Plaza de las Tres Culturas per chiedere maggiore libertà di espressione, così come oggi la chiedono ad alta voce i giovani di tutto Messico. Perché, come canta Natalia Lafourcade in Un derecho de nacimiento, scritta per #YoSoy132, non siamo nati senza causa, non siamo nati senza fede. Questo è un diritto di nascita, è il motore del nostro movimento. Perché rivendichiamo la libertà di pensiero, se non lo facciamo è perché stiamo morendo.

(uscito nell'ottobre 2012 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui


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