Il cinema è pieno
di thriller legali così come le prigioni di presunti colpevoli. Dietro le
sbarre spesso si nascondono storie che sembrano nate per il grande schermo e
sono lì, pronte per essere trasformate nell'ennesimo film di genere. Prendete
questa, per esempio.
All'alba del sismo
che ha fatto tremare la terra di Guerrero, Oaxaca e il Distretto Federale,
nella prima sala della Corte Suprema di Giustizia in Città del Messico si è
discussa la proposta di un ministro di concedere la libertà immediata e
assoluta a Florance Cassez, una giovane francese finita in carcere nel 2005 per
un presunto sequestro.
Immortalata sul
luogo del delitto durante l'operativo poliziesco dalle telecamere del
notiziario mattutino di Televisa condotto da Carlos Loret de Mola, Cassez
negava di avere a che fare con il rapimento delle tre persone che erano state
tenute nascoste nel rancho di tale Israel Vallarta, ex fidanzato della
francese e presunto capo della banda Los Zodiaco.
Peccato che la giornalista
Yuli García si accorge che nel servizio qualcosa non quadra (il cancello
esterno della proprietà è già aperto, gli agenti si muovono in maniera
macchinosa, i cameraman sembrano sempre sapere da che parte girarsi) e convince
la produzione di Punto de partida, il programma di opinione e analisi
politica condotta da Denise Maerker per il quale lavora, a iniziare
un'indagine in cui scopre che effettivamente si trattava di una finta diretta
televisiva.
Il salvataggio
delle vittime era stato ricostruito ad hoc nel servizio montato in
collaborazione con l'Agenzia Federale di Investigazione che faceva capo a
Genaro García Luna. Della serie – per parafrasare i Buggles – Reality Show
killed the television news. Ma non è tutto. Due mesi più tardi, durante la messa
in onda della puntata alla quale è invitato l'allora direttore dell'AFI, la
stessa Cassez chiama in diretta e accusa Luna di essere un bugiardo perché in
realtà lei era già finita in manette il giorno prima insieme a Vallarta e
portata nel rancho solo per essere ripresa dalle telecamere.
In pratica si
trattava di una messinscena di grande respiro cinematografico con tanto di
dettagli scenografici: sul luogo del delitto erano stati messi in bella vista
foto e oggetti personali della francese, ad annullare tra l'altro il senso
dei passamontagna che secondo le vittime i sequestratori non si erano mai
tolti. Qualche giorno più tardi viene ammesso pubblicamente che si è trattato
di un servizio on demand: l'operativo era stato eseguito un paio di ore prima che
arrivassero i giornalisti e in seguito ricostruito perché potesse essere
mandato in onda a dimostrazione della lotta del governo del Presidente Fox
contro il crimine organizzato.
Come se non
bastasse, nel momento in cui si scopre la buffonata, i sequestrati cambiano la
loro versione dei fatti. Se prima solo il ventunenne Ezequiel aveva menzionato
la presenza nella banda di una donna con uno spiccato accento francese, adesso
anche la signora Cristina e suo figlio Christian, di undici anni, dicono di ricordarsi
di Florance. In più, se prima avevano affermato di non aver subito violenzia,
adesso Cristina dichiara di essere stata ripetutamente violentata durante le
due settimane di prigionia.
Le testimonianze
sconclusionate dei tre ex ostaggi, il disinteresse da parte dell'AFI di
investigare sopra altri due individui che tale Valeria, un'altra delle vittime
della banda Los Zodiaco, dice di aver riconosciuto tra i suoi sequestratori,
infittiscono la trama che presto vede l'entrata in scena di altri due personaggi
chiave: il fratello della francese, Sebastien Cassez, e il presunto ex
affiliato del servizio di intelligence di Israele, nonché amico di Genaro
García Luna, Eduardo Margolis, entrambi soci nelle imprese Radiancy de México e
Sauna Italia México. Continua...
(uscito nell'aprile 2012 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui)
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