domenica 30 gennaio 2011

E che so', la figlia della muchacha?

Io e Wolf non abbiamo figli. Il mio orologio biologico si è rotto nel momento in cui mi sono innamorata di lui e da allora non l'ho mai portato a riparare. Diciamo che nel mio caso il desiderio materno ha avuto un ruolo principale nella mia vita tra i 16 e i 27 anni, poi se n'é andato all'improvviso, puff, sparito.
Non che non mi piacciano i bambini. Li adoro e adoro giocare con loro (mettermi al loro livello poi mi riesce proprio bene), ma mi basta ascoltare le storie di vita familiare delle mie amiche mamme per dirmi che sì, io e Wolf siamo davvero felici così. Quanto a Wolf, lui la pensa come me e, tanto per sottolineare il suo pensiero, mi dice sempre che basta e avanza una bambina viziata in casa che faccia i capricci [...]
Ci sono però dei bambini che proprio non mi piacciono e sono i bambini supponenti, i viziati, gli annoiati, gli antipatici, i ciccioni (sì, ammetto di avere qualche problema con i bambini ciccioni, forse avrei fatto bene a parlarne con la mia analista quando ancora ce l'avevo), nonché i bambini fastidiosi. Avete presente? Quelli ai quali dici di non battere con la matita sul tavolo perché hai mal di testa e quelli corrono a prendere un martello pneumatico? Ecco. Io una bambina così la conosco, si chiama Lilo, ha cinque anni ed è la figlia di Pati, la mia muchacha, ovvero la donna che viene ad aiutarmi a scrostare casa una volta alla settimana e che conosco praticamente dal primo giorno che vivo qui.
Non so perché, ma nonostante il suo bel musetto, le fossette nelle guance e gli occhioni curiosi, Lilo mi è stata antipatica da subito. Lei fa parte della categoria "bambini molesti" di cui sopra. Purtroppo Pati non può liberarsi di sua figlia per venire da me, perché Lilo va ancora all'asilo e la mamma non farebbe in tempo in quelle poche ore a pulirmi casa e comunque in genere tutte le donne messicane che fanno i mestieri e hanno figli che ancora non vanno a scuola se li portano dietro. All'inizio, per un periodo, ho anche provato a prendermi un'altra muchacha, ma la verità è che poi sono tornata da lei perché nonostante sia lentissima è brava e precisa e stira da dio.
Con il tempo, tuttavia, mi sono affezionata anche a quel piccolo mostro che si porta dietro e che parla sempre, ininterrottamente, anche da sola pur di far sentire la sua voce. Ma questo solo perché ho un super potere: posso regolare il volume dell'udito o addirittura spegnerlo. Mi basta immergermi in quello che sto facendo. Fico eh? Comunque. Il mio rapporto con la peste è migliorato così tanto che ormai, quando non sono in chiusura e non ho deadline imminenti, mi prendo anche il tempo per chiacchierarci e giocarci. Continuo a non capire la maggior parte delle cose che farfuglia perché a) farfuglia e b) oltre ad esprimersi in dialetto costeño parla il bambinesco, ma tant'è... L'altro giorno eravamo sedute nel soggiorno e stavamo facendo una delle nostre chiacchierate.

Lei: Perché non hai figli?
Io: Perché fare i figli costa caro, soprattutto se mangiano tanto come te!
Lei: Guarda che se fai i figli e poi li porti a scuola la maestra ti dà un peso.
Io: Eeeeh?

A quel punto Pati, affacciandosi dal soppalco dove stava rifacendo il letto, mi spiega che quando non fa in tempo a preparare la merenda a Lilo, dà alla maestra i soldi perché le compri dei tacos all'ora di ricreazione e quando poi torna a riprendersi la figlia la maestra non fa altro che darle il resto. Solo che Lilo deve essersi sempre persa quel primo passaggio di denaro. Poi Pati mi racconta che quando la figlia si arrabbia con lei perché non ottiene quello che vuole le dice che non è sua madre.

Io: Non è tua madre!? Certo che lo è, nel bene e nel male. Scusa, se non è lei tua madre, chi?
Lei: Tu!!!
Ehm, no Pocahontas. Non mi sei neanche del tutto simpatica ancora, tu con le tue chiacchiere senza senso, i tuoi piagnistei capricciosi e le tue studiate azioni moleste per ottenere la mia attenzione. E poi sappi che di mamma c'è n'è una sola e non sei mai tu a scegliertela. Fidati, te lo dice la figlia di mammina cara.



5 commenti:

  1. mi hai fatto scoppiare a ridere!!!!!!! brava!!!
    Barbara

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  2. Tu l'hai conosciuta Lilo! Alla cena al Terracotta, ricordi?

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  3. certo!!! per questo son scoppiata a ridere!!!

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  4. NON CHIUDETE QUELLA PORTA

    Fu Loto. L'ultima. L'ultima vittima della maledizione della porta. Rinchiusa in una cella in cima alla torre. Le sue grida di aiuto invasero la cittá ed attraversarono le finestre di plaza chahue, local 11. Kira scattó dalla sedia, diede 5 mila giri su se stessa in un nano secondo e precipitó...no! si precipitó. Attraversó il labirinto del Blvd Benito Juarez e dopo motorini a 5 teste, autisti kamikaze e cocchi volanti arrivó ai piedi della torre. L'accesso era sbarrato, semprava impossibile varcare quella soglia. Ma Kira non si arrese, la voce disperata di Loto ormai era vicina. Finalmente riuscí. La scala a chiocciola, stretta, buia, sembrava infinita. Ma era l'ultimo sforzo. E mentre il leitmotiv di Indiana Jones risuonava nella torre arrivó in cima. E aprí quella porta. E Loto fu.

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  5. Jajajajajajajaja burraaaaaaaa! Que risas me da pensar en este dia! Bueno, entonces ya sabes quien es cuando escribiré de Kira! :D

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