sabato 26 maggio 2012

Paura e delirio a Huatulco


Cose che succedono a Huatulco di venerdì sera: ti rubano la borsetta, il ladro scappa facendo cadere il cellulare, arriva la polizia statale neanche mezzo minuto dopo averla chiamata, la municipale pochi attimi più tardi, nel frattempo due tuoi amici (Alfredo e Jonas) corrono dietro al ladro gridando "hay un ratero!" e con l'aiuto della gente dell'isolato che indica la casa, vedono dove si è infilato. Quello per paura tira la borsetta che viene recuperata dai due baldi giovani e si chiude in casa. Raggiungi il posto con la tua amica: la strada è stata chiusa da una parte e dall'altra dalle camionette della polizia. Due forze dell'ordine diverse ti chiedono nome, età, indirizzo, numero di telefono. Siccome il cancello dell'edificio è chiuso e non possono entrare, se ne vanno. Arriva il negro con i marinos. Ti chiedono nome, età, indirizzo, numero di telefono e fanno un sacco di foto. Arriva la amministratrice condominiale ad aprire il cancello. I marinos non possono entrare senza permesso (hanno visto il film di Tomas Alfredson) e ti mandano a cercare il ladro. Entri in quella che sembra una zozzissima fumeria d'oppio senza oppio (e senza cinesi) e Alfredo ti indica il ladro -- che adesso fa finta di dormire -- dalla finestra della sua stanza-appartamento con una torcia. Fai il riconoscimento attraverso le sbarre del varco. Adesso se la vedranno i marinos. Hai recuperato la borsa, le gambe non ti tremano più e vuoi solo andare a letto. Ma non prima d'aver mangiato un paio di tacos di trippa accompagnato da una chela ghiacciata. Solo alle 4 del mattino riesci finalmente ad andare a dormire. E chi ha detto che un piccolo pueblo di due pescatori e un cane non ti possa offrire brividi e avventure notturne? 



sabato 12 maggio 2012

Un anno vissuto pericolosamente. Maggio 2011 - Maggio 2012

Ho chiuso una storia importante, ne ho iniziata un'altra, ho litigato con parenti e serpenti, ho avuto il tifo, altre strane malattie intestinali e fatto un incidente che per poco non ci lasciavo la pelle, ho perso sette chili, ho pianto, riso e urlato, ho cambiato casa due volte, ho cacciato gatti dalla nuova, pulito e sistemato, viaggiato per regioni, paesi, set cinematografici e festival, buttato via vecchi indumenti e comprato nuovi, ballato in piazza e ricevuto fiori, intervistato attori e artisti, conosciuto gente, ragazze che sono morte ammazzate (RIP Daniela, RIP Ximena), ritrovato persone perse, perso amicizie, stretto amicizie, stretto mani a destra e manca, iniziato a tradurre sottotitoli inglesi di film coreani, organizzato un minifestival itinerante di documentari, sono stata incoronata ambasciatrice del Café Pluma 2012, lavoro sempre in radio, sto con il negro, sono viva e sono felice. 


venerdì 11 maggio 2012

#ÈsuccessoQuestaMattina


Enrique Peña Nieto mi ricorda tanto un altro politico italiano, della stessa "fama" e altezza. Anche quello italiano, di fronte alle contestazioni dei ragazzi della Università Iberoamericana (e al grido "la Ibero non ti vuole" o "codardo" o ancora "fuori, fuori!"), avrebbe sorriso falsamente mostrando il pollice. Ah, no. L'altro avrebbe sorriso falsamente e mostrato il dito medio. 

p.s.: Qui c'è il serio rischio che EPN diventi il prossimo presidente del Messico.

Il video della fuga di Enrique Peña Nieto dall'Università Iberoamericana