Strawberry Fields Forever è il titolo di un brano
registrato dai Beatles alla fine del 1966 e pubblicato all’inizio del 1967.
Scritta da John Lennon e considerata una delle migliori canzoni della storia del
pop, ha finito per dare il nome a un’area (di 10.000 mq) del Central Park, a New
York, dedicata alla memoria del suo autore. Concepito dall’architetto
paesaggista Bruce Kelly, il Strawberry Fields Memorial è stato inaugurato in occasione
del quarantacinquesimo anniversario della nascita di Lennon, il 9 ottobre 1985,
in presenza della vedova Yoko Ono. E si trova proprio lì, a pochi passi da dove
“l’uomo più famoso di Gesù” veniva ucciso dai colpi di pistola e follia di Mark
David Chapman l’8 dicembre 1980.
Nel 2006, quando Strawberry Fields Forever compiva
quarant’anni, in occasione dell’anniversario della sua morte, a Puebla de
Zaragoza il cantante riceveva gli onori per un’altra canzone, Give Peace a Chance. Se tutti conoscono il mosaico in
bianco e nero (donato dal Comune di Napoli) che incornicia la scritta Imagine nel celebre parco newyorkese, pochi sanno che in questa città del Messico centro-orientale c’è una
strada dedicata all’ex Beatle. È un vicolo che si trova sulla 3 oriente, tra 2 e
4 sud, nel barrio los sapos, al
centro di Puebla; è talmente piccolo e sconosciuto che non ha un nome, ma se
chiedi a qualcuno, a chiunque, ti risponderà che si chiama plaza John Lennon o calle
John Lennon. Il perché non è dato saperlo. Pare che prima che venisse installata la targa quel varco era già conosciuto come via John Lennon perché
frequentato da artisti, intellettuali, bohémien, hippie e pacifisti.
Quando lo scorso
marzo sono andata a Puebla per il Tianguis turístico (la più grande fiera del
turismo dell’America Latina), ho passato un pomeriggio a passeggiare tra le bancarelle
del mercato etno-gastronomico di “vicolo John Lennon” chiedendo a destra e
sinistra quale fosse il motivo del nome. “Che io sappia” mi dice un mercante d’oggetti
da collezione, tra cui un vinile dei Beatles in bella vista, “qui Lennon non si
è mai visto. I Queen sì, sono venuti a suonare a Puebla nel 1981, ma i Beatles
non sono mai passati di qui, e se lo hanno fatto nessuno se n’è accorto”. Poi in
vena di confidenze mi dice: “Ho saputo, invece, che sono stati a Oaxaca, ma
anche lì non ci sono le prove perché pare fossero andati a provare i famosi
funghi allucinogeni di María Sabina”.
Sto per darmi per
vinta quando vedo da distante un ragazzo con una chitarra e decido che è l’uomo
che saprà rispondere alla mia domanda. In fondo è un musicista. Mi avvicino e
mi rendo conto che imbraccia un charango e che sul viso porta i segni del
trucco di quello che potrebbe essere il Movimento Hare Krishna, tant’è che quando
gli chiedo di Lennon m‘inizia a parlare di George Harrison, di come i testi
delle sue canzoni fossero pro-vegetarianismo, della rivoluzione del cucchiaio,
del sacrificio animale e alla fine mi vende un hamburger vegetariano per 15
pesos prima di indicarmi dove si trova la targa con la dedica. Qualche morso
più tardi mi trovo di fronte alla scritta: “A John Lennon, per il suo
contributo musicale, culturale e umanitario al mondo”. Non avrò scoperto perché
a Puebla c’è una via dedicata al leggendario musicista, ma in cambio ho
mangiato uno degli hamburger più buoni della mia vita.
(uscito nell'aprile 2013 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui)
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