mercoledì 21 maggio 2014

Rivoluzioni a suon di fragole, acidi e hamburger

Strawberry Fields Forever è il titolo di un brano registrato dai Beatles alla fine del 1966 e pubblicato all’inizio del 1967. Scritta da John Lennon e considerata una delle migliori canzoni della storia del pop, ha finito per dare il nome a un’area (di 10.000 mq) del Central Park, a New York, dedicata alla memoria del suo autore. Concepito dall’architetto paesaggista Bruce Kelly, il Strawberry Fields Memorial è stato inaugurato in occasione del quarantacinquesimo anniversario della nascita di Lennon, il 9 ottobre 1985, in presenza della vedova Yoko Ono. E si trova proprio lì, a pochi passi da dove “l’uomo più famoso di Gesù” veniva ucciso dai colpi di pistola e follia di Mark David Chapman l’8 dicembre 1980.

Nel 2006, quando Strawberry Fields Forever compiva quarant’anni, in occasione dell’anniversario della sua morte, a Puebla de Zaragoza il cantante riceveva gli onori per un’altra canzone, Give Peace a Chance. Se tutti conoscono il mosaico in bianco e nero (donato dal Comune di Napoli) che incornicia la scritta Imagine nel celebre parco newyorkese, pochi sanno che in questa città del Messico centro-orientale c’è una strada dedicata all’ex Beatle. È un vicolo che si trova sulla 3 oriente, tra 2 e 4 sud, nel barrio los sapos, al centro di Puebla; è talmente piccolo e sconosciuto che non ha un nome, ma se chiedi a qualcuno, a chiunque, ti risponderà che si chiama plaza John Lennon o calle John Lennon. Il perché non è dato saperlo. Pare che prima che venisse installata la targa quel varco era già conosciuto come via John Lennon perché frequentato da artisti, intellettuali, bohémien, hippie e pacifisti.

Quando lo scorso marzo sono andata a Puebla per il Tianguis turístico (la più grande fiera del turismo dell’America Latina), ho passato un pomeriggio a passeggiare tra le bancarelle del mercato etno-gastronomico di “vicolo John Lennon” chiedendo a destra e sinistra quale fosse il motivo del nome. “Che io sappia” mi dice un mercante d’oggetti da collezione, tra cui un vinile dei Beatles in bella vista, “qui Lennon non si è mai visto. I Queen sì, sono venuti a suonare a Puebla nel 1981, ma i Beatles non sono mai passati di qui, e se lo hanno fatto nessuno se n’è accorto”. Poi in vena di confidenze mi dice: “Ho saputo, invece, che sono stati a Oaxaca, ma anche lì non ci sono le prove perché pare fossero andati a provare i famosi funghi allucinogeni di María Sabina”.

Sto per darmi per vinta quando vedo da distante un ragazzo con una chitarra e decido che è l’uomo che saprà rispondere alla mia domanda. In fondo è un musicista. Mi avvicino e mi rendo conto che imbraccia un charango e che sul viso porta i segni del trucco di quello che potrebbe essere il Movimento Hare Krishna, tant’è che quando gli chiedo di Lennon m‘inizia a parlare di George Harrison, di come i testi delle sue canzoni fossero pro-vegetarianismo, della rivoluzione del cucchiaio, del sacrificio animale e alla fine mi vende un hamburger vegetariano per 15 pesos prima di indicarmi dove si trova la targa con la dedica. Qualche morso più tardi mi trovo di fronte alla scritta: “A John Lennon, per il suo contributo musicale, culturale e umanitario al mondo”. Non avrò scoperto perché a Puebla c’è una via dedicata al leggendario musicista, ma in cambio ho mangiato uno degli hamburger più buoni della mia vita.

(uscito nell'aprile 2013 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui


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