Nell'era dei tweet, delle wiki-notizie e dei social network resta ancora incredibile la potenza di informazione e la capacità di aggregazione di un mezzo tecnologicamente vecchio come la radio. Lo scorso 15 giugno la tempesta tropicale Carlotta si avvicinava
rapidamente alla costa del Pacifico Orientale per trasformarsi nel giro di
mezza giornata in un uragano di categoria 1 e successivamente 2, che ha fatto
tremare lo stato di Oaxaca, portando con sé venti massimi di 112 chilometri
all'ora e raffiche fino a 136 chilometri all'ora.
Alle 5.40 pm l'aeroporto
internazionale di Huatulco chiudeva i battenti, poco prima che la furia del ciclone
iniziasse a buttare giù alberi, pali della luce e spazzasse via i tetti in
lamiera delle precarie case delle zone rurali. Circa 220.000 abitazioni sono
rimaste all'improvviso senza energia elettrica, uomini e donne e bambini si
sono stretti nell'oscurità totale, sotto a una pioggia torrenziale pregando che
l'uragano levasse le ancore senza fare troppi danni. Immaginate il buio cieco
di una notte tremante piena di paura e il silenzio sordo rotto dal rumore
dell'impeto del ciclone.
L'unica voce che si poteva udire lungo la costa del
Pacifico (grazie a un impianto elettrico di emergenza) era quella di Omar Gasga che con l'edizione straordinaria del suo notiziario La Voz de la Noticia, ha
rappresentato per molti una sorta di sollievo, l'unico modo per sapere che
stava succedendo fuori dal loro piccolo mondo disastrato. Centinaia di messaggi
e telefonate sono arrivate alla stazione dove il direttore delle notizie di 102.3FM ¡La Voz del Pacífico Sur! placava gli animi, raggiungeva pueblos
sperduti nello stato di Oaxaca – nella sierra, lungo la costa, nel mezzo del
nulla – dove in migliaia, raccolti nelle tenebre, chiusi nel bagno o nello
scantinato, ascoltavano il radio giornale con piccoli apparati a batteria,
stereo o cellulari.
Da San Mateo Piñas, Pluma Hidalgo, Pinotepa de Don Luís,
San Agustín Loxicha, Santo Domingo de Morelos, San Pedro El Alto chiamavano per
raccontare, la voce rotta dall'affanno, cosa stava accadendo là fuori (che la
corrente elettrica era venuta a mancare, che il tetto della casa era volato
via, che la caduta di alberi aveva bloccato le strade, che avevano perso i loro
pochi beni, che due bambine erano morte seppellite in casa da una frana), per
sentirsi meno soli e per dare voce alla voce della notizia. A loro volta Oaxaqueños emigrati
all'estero, dagli Stati Uniti – persino dall'Indonesia – sintonizzati attraverso internet sulla pagina ufficiale di ¡La Voz del Pacífico Sur!, chiamavano in
cabina per sincerarsi delle condizioni di questa o quella comunità, perché non
potevano raggiungere telefonicamente i loro familiari.
Man mano che l'uragano
si spostava e l'intensità diminuiva fino a retrocedere di una categoria per poi
tornare allo stato di tempesta tropicale, le telefonate si riducevano e alle
12.40 am del 16 giugno, terminata l'ultima delle cinque edizioni straordinarie
del notiziario, con una voce afona Omar Gasga salutava l'auditorio dopo cinque
ore consecutive di diretta radiofonica. Con lo spirito di Robin Williams in un film di Barry Levinson del 1987, avrebbe anche potuto chiudere con un "Good morning, Oaxaca".
(uscito nel luglio 2012 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui)
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