Il SNTE (Sindacato
nazionale dei lavoratori dell’educazione) è il maggiore sindacato dell’America Latina che con circa un milione e 500mila iscritti ha permesso alla sua leader
indiscussa da più di due decadi – Elba Esther Gordillo, anche detta la maestra
– di godere della posizione di donna più potente del Messico.
Personaggio da
sempre scomodo, temuto e protetto dai governi passati, la maestra ha regnato
indisturbata da quando è stata “incoronata” dal polemico presidente Carlos
Salinas de Gortari il 23 aprile 1989. Forte dei suoi sudditi che per tanti anni
hanno significato voti da scambiare per favori, Elba Esther ha fatto inciuci a
destra e manca, stringendo alleanze persino con il PAN – Partido Acción
Nacional –sostenuta a occhi bendati da una buona fetta di quel milione e mezzo
di lavoratori dell’educazione che rappresentava. Tutto questo mentre l’istruzione
scolastica in Messico colava a picco.
Nel sistema dominato dal sindacato della
Gordillo, la cattedra può essere venduta o addirittura ereditata con il
risultato che molti insegnanti hanno un livello di istruzione al limite dell’inaccettabile,
alcuni non hanno neanche il diploma di scuola superiore. Lo stesso sistema chiude
un occhio di fronte all’alto grado di assenteismo dei maestri e il bassissimo
livello di apprendimento degli alunni. In uno studio condotto nel 2009, in una
scala da 1 a 6 (dove 6 sta per ottimale) gli studenti di 15 anni erano al livello
1 in matematica e 2 in scienze e spagnolo.
Un problema che nel 2012 viene
esposto in ¡De Panzazo! in cui il
regista Juan Carlos Rulfo e il giornalista Carlos Loret de Mola scoperchiano il
vaso di Pandora incolpando da una parte il sindacato di non interessarsi ai
problemi del sistema educativo del paese e dall’altra il governo di cedere alle
sue pressioni. Allora la maestra si era detta oltraggiata dal documentario e
aveva iniziato una personale crociata perché il film non venisse distribuito,
salvo vederlo arrivare in sala esattamente un anno fa. Tuttavia, la Gordillo
avrebbe regnato ancora indiscussa anche durante il sessennio di Peña se non
fosse arrivata la batosta martedì scorso.
Il 26 febbraio Elba Esther viene arrestata
per essersi appropriata indebitamente di più di 2 miliardi di pesos, circa 119
milioni di euro provenienti dalle quote sindacali, per coprire le sue spese
personali: una dozzina di operazioni di chirurgia estetica, proprietà
immobiliari in Messico e negli Stati Uniti, viaggi in aerei privati, shopping
sfrenato in boutique esclusive neanche fosse una stella del cinema.
Ironia
della sorte, il suo arresto – ordinato dal PRI che l’ha vista nascere – arriva all’indomani
della promulgazione da parte del governo di Peña della riforma al sistema
educativo che limita l’enorme influenza che il sindacato ha avuto finora. E
dire che qualcuno pensava che la Gordillo avesse venduto l’anima al diavolo. O
chissà, magari ora ci sta giocando a scacchi dietro le sbarre.
(uscito nel marzo 2013 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui)
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