mercoledì 21 maggio 2014

La cattiva maestra

Il SNTE (Sindacato nazionale dei lavoratori dell’educazione) è il maggiore sindacato dell’America Latina che con circa un milione e 500mila iscritti ha permesso alla sua leader indiscussa da più di due decadi – Elba Esther Gordillo, anche detta la maestra – di godere della posizione di donna più potente del Messico. 

Personaggio da sempre scomodo, temuto e protetto dai governi passati, la maestra ha regnato indisturbata da quando è stata “incoronata” dal polemico presidente Carlos Salinas de Gortari il 23 aprile 1989. Forte dei suoi sudditi che per tanti anni hanno significato voti da scambiare per favori, Elba Esther ha fatto inciuci a destra e manca, stringendo alleanze persino con il PAN – Partido Acción Nacional –sostenuta a occhi bendati da una buona fetta di quel milione e mezzo di lavoratori dell’educazione che rappresentava. Tutto questo mentre l’istruzione scolastica in Messico colava a picco. 

Nel sistema dominato dal sindacato della Gordillo, la cattedra può essere venduta o addirittura ereditata con il risultato che molti insegnanti hanno un livello di istruzione al limite dell’inaccettabile, alcuni non hanno neanche il diploma di scuola superiore. Lo stesso sistema chiude un occhio di fronte all’alto grado di assenteismo dei maestri e il bassissimo livello di apprendimento degli alunni. In uno studio condotto nel 2009, in una scala da 1 a 6 (dove 6 sta per ottimale) gli studenti di 15 anni erano al livello 1 in matematica e 2 in scienze e spagnolo. 

Un problema che nel 2012 viene esposto in ¡De Panzazo! in cui il regista Juan Carlos Rulfo e il giornalista Carlos Loret de Mola scoperchiano il vaso di Pandora incolpando da una parte il sindacato di non interessarsi ai problemi del sistema educativo del paese e dall’altra il governo di cedere alle sue pressioni. Allora la maestra si era detta oltraggiata dal documentario e aveva iniziato una personale crociata perché il film non venisse distribuito, salvo vederlo arrivare in sala esattamente un anno fa. Tuttavia, la Gordillo avrebbe regnato ancora indiscussa anche durante il sessennio di Peña se non fosse arrivata la batosta martedì scorso. 

Il 26 febbraio Elba Esther viene arrestata per essersi appropriata indebitamente di più di 2 miliardi di pesos, circa 119 milioni di euro provenienti dalle quote sindacali, per coprire le sue spese personali: una dozzina di operazioni di chirurgia estetica, proprietà immobiliari in Messico e negli Stati Uniti, viaggi in aerei privati, shopping sfrenato in boutique esclusive neanche fosse una stella del cinema. 

Ironia della sorte, il suo arresto – ordinato dal PRI che l’ha vista nascere – arriva all’indomani della promulgazione da parte del governo di Peña della riforma al sistema educativo che limita l’enorme influenza che il sindacato ha avuto finora. E dire che qualcuno pensava che la Gordillo avesse venduto l’anima al diavolo. O chissà, magari ora ci sta giocando a scacchi dietro le sbarre.

(uscito nel marzo 2013 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui


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