Ipotizziamo che i
politici italiani vedano film. E non parlo di Walter Veltroni perché lui ci ha
pure scritto due dizionari sentimentali. E Giorgio Napolitano, si sa, ha
persino fatto la fila al botteghino per assicurarsi due biglietti per Le idi
di marzo. Ma Silvio Berlusconi, per esempio, avrà visto più volte Giovannona
Coscialunga, disonorata con onore o L'allenatore nel pallone? E
Francesco Rutelli si sarà mai immedesimato in L'arte di arrangiarsi?
Da questa parte del
mondo il presidente Felipe Calderón ha tagliato corto dichiarando che non
guarda produzioni nazionali che parlino male del paese. Né Miss Bala,
che posa lo sguardo sul problema del narcotraffico di cui Calderón è in parte
corresponsabile, né 0.56%, il documentario che racconta e analizza
quella percentuale che gli ha fatto vincere le discusse elezioni del 2006
battendo di neanche un punto il diretto rivale Andrés Manuel López Obrador, né
tantomeno Presunto culpable, che mette in (cattiva) luce tutte le
debolezze del corrotto sistema giudiziario messicano. Eppure non tutti la
pensano come lui.
Josefina Vázquez
Mota, che potrebbe essere la candidata del PAN, Partido Acción Nacional, alle
prossime elezioni presidenziali e, a voler essere ottimisti, la prima
presidente donna del Messico, non solo ha visto Presunto culpable, ma ne
ha anche tessuto le lodi. Pochi giorni prima di incontrarla durante la sua
estenuante tourneé promozionale per il paese, avevo saputo delle dichiarazioni
di Calderón – anche lui panista – sul cinema, così non mi sono potuta
trattenere dal chiederle cosa pensasse lei del documentario di Roberto
Hernández e Geoffrey Smith.
Secondo la Vázquez
Mota tutte le espressioni, specialmente se provengono dalla cultura, devono
essere rispettate. “Fa parte della libertà di parola e dobbiamo salvaguardarla
perché quando si attenta alla libertà di espressione si attenta a tutte le
libertà. Un film come Presunto culpable è un richiamo di attenzione. È
un atto obbligato e un riflesso di quello che siamo riusciti a costruire e allo
stesso tempo di tutto quello che dobbiamo ancora fare in questo paese. Se c'è
qualcosa che genera mancanza di speranza e disperazione è proprio l'impunità e
la corruzione”.
Magari Josefina
Vázquez Mota non sarà il prossimo presidente del Messico, ma è bello pensare
che una donna come lei possa un giorno governare un paese come questo.
(uscito nel febbraio 2012 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui)
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