giovedì 8 maggio 2014

Josefina Vázquez Mota: dimmi che film vedi e ti dirò chi sei

Ipotizziamo che i politici italiani vedano film. E non parlo di Walter Veltroni perché lui ci ha pure scritto due dizionari sentimentali. E Giorgio Napolitano, si sa, ha persino fatto la fila al botteghino per assicurarsi due biglietti per Le idi di marzo. Ma Silvio Berlusconi, per esempio, avrà visto più volte Giovannona Coscialunga, disonorata con onore o L'allenatore nel pallone? E Francesco Rutelli si sarà mai immedesimato in L'arte di arrangiarsi?

Da questa parte del mondo il presidente Felipe Calderón ha tagliato corto dichiarando che non guarda produzioni nazionali che parlino male del paese. Né Miss Bala, che posa lo sguardo sul problema del narcotraffico di cui Calderón è in parte corresponsabile, né 0.56%, il documentario che racconta e analizza quella percentuale che gli ha fatto vincere le discusse elezioni del 2006 battendo di neanche un punto il diretto rivale Andrés Manuel López Obrador, né tantomeno Presunto culpable, che mette in (cattiva) luce tutte le debolezze del corrotto sistema giudiziario messicano. Eppure non tutti la pensano come lui.

Josefina Vázquez Mota, che potrebbe essere la candidata del PAN, Partido Acción Nacional, alle prossime elezioni presidenziali e, a voler essere ottimisti, la prima presidente donna del Messico, non solo ha visto Presunto culpable, ma ne ha anche tessuto le lodi. Pochi giorni prima di incontrarla durante la sua estenuante tourneé promozionale per il paese, avevo saputo delle dichiarazioni di Calderón – anche lui panista – sul cinema, così non mi sono potuta trattenere dal chiederle cosa pensasse lei del documentario di Roberto Hernández e Geoffrey Smith.

Secondo la Vázquez Mota tutte le espressioni, specialmente se provengono dalla cultura, devono essere rispettate. “Fa parte della libertà di parola e dobbiamo salvaguardarla perché quando si attenta alla libertà di espressione si attenta a tutte le libertà. Un film come Presunto culpable è un richiamo di attenzione. È un atto obbligato e un riflesso di quello che siamo riusciti a costruire e allo stesso tempo di tutto quello che dobbiamo ancora fare in questo paese. Se c'è qualcosa che genera mancanza di speranza e disperazione è proprio l'impunità e la corruzione”.

Magari Josefina Vázquez Mota non sarà il prossimo presidente del Messico, ma è bello pensare che una donna come lei possa un giorno governare un paese come questo.

(uscito nel febbraio 2012 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui



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