sabato 10 maggio 2014

Oaxaca: sinfonia di una città

Mentre a Roma si celebrava il festival internazionale del film, a Oaxaca si spegneva la prima candelina dell’associazione OaxacaCine che in occasione della seconda edizione del festival Alcalá ha portato nella capitale dello stato, in collaborazione con l’Istituto Goethe, la XI settimana del cinema tedesco. Dal lunedì al venerdì nella città messicana il tedesco è l’unica lingua parlata sul grande schermo del Teatro Macedonio Alcalá, dove si sono proiettati in ordine Halt Auf Freier Strecke di Andreas Dresen, This Ain't California di Marten Persiel, Barbara di Christian Petzold, Der Fluss war einst ein Mensch di Jan Zabeil e Totem di Jessica Krummacher. 

Solo pochi giorni prima dell’inizio del festival, quando in città regnava ancora la Fiera Internazionale del Libro, mi ero trovata a condividere il tavolo di un ristorante del centro e un delizioso pranzo a base di mole negro (una delle specialità culinarie dello stato) con lo scrittore tedesco Stefan Kiesbye, autore di Nebenan ein Mädchen, un romanzo nero quanto la salsa che affogava il pollo nel mio piatto. Tra un boccone e l'altro e un caballito di mezcal salta fuori che secondo Stefan, che si è da poco trasferito a Portales, New Mexico, dopo aver vissuto a lungo a Los Angeles, nella Berlino capitalista si viveva molto meglio prima della caduta del Muro. “I cittadini di Berlino Ovest ricevevano una paga mensile a parte solo per il fatto di vivere lì. E circolava molta più arte, molta più musica… Poi tutto è cambiato”.  

Le osservazioni di Stefan mi rimbombano in testa mentre qualche giorno dopo assisto alla proiezione di This Ain't California, il documentario che narra di un gruppo di skaters ai tempi della repressione da parte del governo che considerava quella passione giovanile un “virus proveniente dal marketing statunitense”. O mentre seguo affascinata la storia di Barbara, un medico ribelle che per punizione viene trasferita dalla Stasi nell’ospedale di un piccolo villaggio di provincia dove è controllata giorno e notte. Negli anni ’80. Quando dall’altra parte del muro si viveva “molto meglio”.

La chiusura del festival è riservata a Berlino - Sinfonia di una grande città di Walther Ruttman musicato in vivo dalla Kräut Ensamble diretta da uno dei più famosi chitarristi della scena indie rock messicana,  Álex Otaola. Mentre le immagini del film muto scorrono sullo schermo mostrando scene di vita (urbana) quotidiana della Berlino di fine anni ’20, sul palco i musicisti creano la sinfonia perfetta per ogni atto. Il pubblico è avvisato sin dall’inizio: può partecipare agitando in aria mazzi di chiavi, sgonfiando fischianti palloncini colorati e lasciando suonare il cellulare in un caos sonoro che fa cadere un altro muro: la quarta parete del teatro Macedonio Alcalá.

(uscito nel dicembre 2012 su Mexican Radio: una reporter in terra di mariachi, il blog che pubblico ogni mese su Freequency, la rivista per iPad che si può scaricare gratuitamente qui


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