sabato 19 febbraio 2011

Rosa mani di forbice

Qualche mese fa io e Kira abbiamo portato dei vestiti da una sarta del pueblo per farceli sistemare. Kira e la nostra amica comune Raffaella mi avevano messa in guardia contro i modi pochi professionali di Rosa, del suo ammucchiare i vestiti dei clienti contro la parete cementata senza nessun tipo di indicazione sui rispettivi proprietari e sul lavoro da eseguire. "Però tu non ti preoccupare, poi non si sa come ti consegna l'abito esattamente come lo volevi". Rosa vive nella zona U2, una delle più brutte del pueblo, in una casa di mattoni, quattro figlie femmine dagli 0 ai 16 anni sparse per casa e sul pavimento di concreto tra vestiti imbastiti, scampoli di stoffa e terriccio. Decisamente esotico. È l'altra faccia del Messico, bello perché verace. 
Nonostante Rosa pensi che non sia necessario provarmi il vestito bianco da restringere di una taglia, insisto abbastanza perché mi dica di andare di là in camera da letto, altri mucchi di vestiti buttati sul materasso. Quando rientro nel suo laboratorio mi guarda con la testa pendente da una parte, la mano a stringere il mento, assorta, come se stesse decidendo se comprare un etto di mortadella con i pistacchi o quel prosciutto di montagna appena iniziato. Poi s'avvicina, con le mani a chela mi calcola quanta stoffa avanza da una e dall'altra parte del torace e mi dice di cambiarmi. "Non crede che sia meglio prendere delle misure?" le chiedo timidamente, per non farla arrabbiare. "Ma no, un centimetro e mezzo da un lato, uno e mezzo dall'altro ed è fatta!" Así mis ojos.

Purtroppo non saprò mai se Rosa è davvero una maga delle forbici. Dopo tre mesi di esasperante attesa Kira l'altro giorno è andata a recuperare tutte le nostre cose. Oggi le abbiamo portate da Alvaro, un signore sarto che esegue le riparazioni, metro al collo e spilli a portata di mano, in un vero atelier, una casetta quadrata nel sector J munita di un camerino (un angolo riparato da un lenzuolo bianco), tutti gli attrezzi del mestiere e una radio. Perché il signor Alvaro mentre taglia e cuce batte il piede al ritmo della musica locale.



3 commenti:

  1. ecco... mi hai fatto ricordare che devo tornare da rosa. vado subito, pistola nella borsa, nel caso debba lottare per riprendermi l'ultimo vestito che ha tenuto in ostaggio!

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  2. Ma chi è mo' 'sto David? Come si chiama di cognome, Cinque??? Jajaja

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