martedì 1 febbraio 2011

Desperate housewife

Ieri mi è venuta l'ansia da casalinga e tornata da danza mi sono messa a sistemare freneticamente l'appartamento in cui viviamo da agosto. Era da un paio di giorni che Wolf mi lanciava frecciatine ironizzando sul fatto che avessi due armadi, uno verticale e uno orizzontale. L'orizzontale sarebbe il letto matrimoniale gemello che occupa metà del soppalco adibito a camera da letto e che regolarmente uso come... ehm... guardaroba. 
Per non parlare di tutte quelle cose - dischi, libri, bigliettini, cavetti, incenso, penne, foto, gadget, confezioni di medicinali di ogni sorta - che nei mesi si erano ammucchiate sul tavolo di legno regalatomi da Tio J. che ho sistemato nel soggiorno e che uso come scrivania sebbene lui, a Los Vaqueros (il suo ristorante), lo usasse come piano di lavoro per preparare il pastor, una sorta di döner kebab messicano. 
Insomma ieri, nonostante dovessi preparare le puntate del mio programmino radiofonico che avrei registrato oggi, ho messo su la mia collezione di Billie Holiday e ho rivoltato casa finché, due ore dopo, non era linda e pinta. Giusto in tempo per l'arrivo di Wolf e dei miei suoceri (giunti da Milano via Città del Messico domenica mattina con il primo volto) che tornavano dalla spiaggia. A quel punto ero pronta per accoglierli e fargli fare un giro turistico per i due piani dell'appartamento. Proprio quando credevo di potermi rilassare e beare della nostra casetta così bohémien e ospitale mi sono ricordata che di lì a breve sarei andata in onda. Presa dal panico mi sono seduta e, nervosamente, ho acceso la radio. Le chiacchiere dei miei suoceri, che parlavano con Wolf, si mescolavano alle chiacchiere politiche del programma che mi ospita ogni giorno e rimbombavano nella mia testa. Il mio cuore batteva sempre più forte mentre cercavo di ricordarmi come fosse andata l'ultima registrazione. Tu-tum, tu-tum, tu-tum. Quando è partito il brano musicale che avevo scelto (Eternal Woman dei dEUS) quasi si ferma. E poi ecco che la voce del negro mi presenta e mi dà la parola. 
Hola Camarada, que tal? Buenas tardes a ti y a los radioescuchas... bla bla bla. La mia voce è rilassatissima, cristallina, i muscoli del mio corpo tesi, almeno finché lei non finisce di parlare e riparte il brano dei dEUS. A quel punto riprendo conoscenza. Wolf mi bacia e mi dice che sono stata bravissima, i miei suoceri si uniscono ai complimenti e io mi sciolgo in un brodo di giuggiole... Poi un sorriso da ebete si fa largo sul viso e rimane lì appiccicato per tutto il pomeriggio. Perbacco, è la prima volta che mi ascolto e mi piaccio anch'io!

Il pastor di Tio J.

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